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lunedì 26 gennaio 2015

Dalla Grecia, venti di sinistra sull'UE

Tsipras esulta per la sua vittoria
La Grecia ha svoltato decisamente a Sinistra

Da: http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/ grecia_syriza_tsipras/notizie/1143805.shtml
Lunedì 26 Gennaio 2015: Grecia, trionfa Tsipras, Syriza sopra il 36%, accordo con l'Anel (Greci Indipendenti) per una coalizione di governo
Il partito di sinistra di Alexis Tsipras, che ha basato la sua campagna elettorale sul no all'austerity e sulla richiesta di rinegoziare il debito greco con i creditori internazionali, ha vinto le elezioni politiche. «Il partito Greci Indipendenti sosterrà il governo che sarà formato dal presidente incaricato Tsipras. Da questo momento il Paese ha dunzue un nuovo governo». È quanto ha dichiarato Panos Kammenos, il leader del partito Greci Indipendenti (Anel, di destra) uscendo dall'incontro di un'ora avuto con Alexis Tsipras.
Con il 99,81% dei voti scrutinati, il partito di sinistra radicale Syriza ha ottenuto il 36,34% e 149 seggi, mentre Nea Dimokratia (ND, centro-destra) il 27,81% e 76 seggi. Al terzo posto si è piazzato il partito di estrema destra Chrysi Avghì (Alba Dorata) con il 6,28% e 17 seggi. Seguono nell'ordine To Potàmi (Il Fiume, centro-sinistra) con il 6,05% con 17 seggi, il Partito Comunista di Grecia con il 5,47% e 15 seggi, Greci Indipendenti (Anel) con il 4,75% e 13 seggi e il Pasok (socialista) con il 4,68% e 13 seggi.

Tsipras oggi sarà ricevuto dal presidente della Repubblica Karolos Papoulias che gli conferirà l'incarico di formare il governo. Prima dell'incontro con il capo dello Stato, Kammenos dovrà fare una dichiarazione pubblica di sostegno al governo che sarà formato da Tsipras per dargli la cosiddetta «maggioranza dichiarata» prevista dalla Costituzione greca. Il giuramento del nuovo governo potrebbe avvenire martedì pomeriggio o mercoledì mattina. Secondo i media non è prevista una collaborazione di Theodorakis con il governo Syriza-Anel, ma non si esclude che voti la fiducia al governo. In questo caso il nuovo esecutivo disporrebbe in Parlamento di una maggioranza di 178 deputati.
L'esultanza di Alexis Tsipras. «Oggi il popolo greco ha fatto la storia». Sono state le prime parole di Tsipras dopo i risultati del voto. «Chiudiamo il circolo vizioso dell'austerità», ha aggiunto. «I greci hanno mostrato la strada del cambiamento all'Europa», ha detto ancora Tsipras, parlando di «nuova Europa basata sulla solidarietà» e definendo la troika «una cosa del passato. Il voto contro l'austerità è stato forte e chiaro». «Voglio rassicurarvi che il nuovo governo greco sarà pronto a collaborare con tutti gli amici europei» per far «ritornare l'Europa nella stabilità e nella crescita», ha poi sottolineato il leader di Siryza. «Cittadini di Atene, la Grecia oggi ha voltato pagina», ha insistito il premier greco in pectore davanti all'Università di Atene, tra le urla di migliaia di persone che lo aspettavano. «È tornata la speranza, la dignità, l'ottimismo». Tsipras ha ringraziato le delegazioni di tutta Europa venite a sostenere i greci: «È una cosa senza precedenti».
Il trionfo di Siryza potrebbe avere un effetto sismico sulle politiche economiche dell'Ue e persino sull'intero percorso europeo nei prossimi anni. «La Speranza ha vinto», ha scritto Syriza sull'account Twitter del partito, cambiando il vincente slogan pre-elettorale «La Speranza arriva». Il voto respinge seccamente le politiche del rigore, che dall'inizio della crisi e soprattutto dalla firma del Memorandum tra Grecia e troika hanno fallito nel loro obiettivo di creare sviluppo e occupazione, volute dal governo del premier Samaras, con il sostegno del Pasok di Evangelos Venizelos. Che ora vedono ombre nere sul proprio futuro politico.
«È una vittoria storica. È la vittoria del popolo che si è mobilitato contro l'austerità». È questo uno dei primo commenti dei responsabili di Syriza raccolto dalla stampa presente al quartier generale di Tsipras. Il premier greco uscente Samaras ha chiamato Tsipras per riconoscere la sua sconfitta e congratularsi per la vittoria.

Matteo Renzi, secondo quanto riferito all'emittente privata Mega Tv da un parlamentare di Syriza, è stato il primo rappresentante di un governo straniero a congratularsi con Tsipras, subito dopo la pubblicazione degli exit poll. Ma fonti di Palazzo Chigi hanno smentito. «Siamo convinti che Tsipras saprà sfruttare al meglio il risultato elettorale raggiunto, per il bene della Grecia e per consolidare in Europa il percorso per la crescita cui ha lavorato il governo Renzi in questi mesi», afferma la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani.

Alba Dorata, il partito xenofobo di aperte simpatie naziste, nonostante abbia tutta la sua leadership in carcere (dove ha votato) e sia stato sconquassato da inchieste penali per aver costituito un'organizzazione criminale, conquista abbastanza voti da diventare la terza forza del Paese. Se si dovesse arrivare alla necessità di creare una coalizione, e fallissero i tentativi di Syriza e Nea Demokratia, la palla passerebbe a Nikos Michaloliakos (tuttora detenuto). Il presidente Karolos Papoulias, fanno sapere fonti informate, in quel caso gli darebbe l'incarico per telefono.
Resta fuori dal parlamento il Movimento dei socialisti democratici (Kinima) dell'ex premier Giorgos Papandreou (che a caldo dice che «nessun partito, anche se ha la maggioranza assoluta, può affrontare questa crisi da solo»), mentre emerge tra i possibili partner di Syriza anche il partito Potami, che con il suo leader Stavros Theodorakis condivide il rigetto del Memorandum, ma poco altro. Prima del voto anche i socialisti del Pasok (poco sotto il 5%) avevano segnalato disponibilità condizionata a entrare in una coalizione.
Se venissero confermati i risultati, Syriza guadagnerebbe 10 punti percentuali rispetto alle elezioni politiche del 2012, quando ottenne il 26.89%, piazzandosi come secondo partito dietro Nea Dimokratia. Proprio il partito di centrodestra dell'attuale premier scenderebbe invece dal 29.66% del 2012 alla forbice attuale compresa tra il 23 e il 27%.
Alleandosi con Syriza, il partito di centro sinistra To Potàmi (il Fiume), marcatamente europeista, potrebbe rappresentare l'ago della bilancia per la costituzione di un governo di coalizione in questo cruciale momento della politica greca. To Potàmi non ha neanche un anno di vita ma ha già bruciato importanti tappe: fondato il 26 febbraio del 2014 da Stavros Theodorakis, 52 anni, noto giornalista investigativo (divenuto popolarissimo con la trasmissione "Protagonisti" condotta prima sulla Tv statale greca e poi sull'emittente privata Mega), alle europee ha ricevuto a sorpresa il 6,61% delle preferenze e ottenuto due eurodeputati aderendo poi al gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.

«Il popolo greco ha deciso chiaramente di dire basta all'austerità e ai diktat della Troika, chiedendo un nuovo governo capace di portare avanti politiche miranti alla crescita e a una maggiore giustizia sociale. A questo punto, la rinegoziazione del debito Greco, e in particolare l'estensione dei termini del programma di rientro, non deve essere più considerata come un tabu». Lo afferma Gianni Pittella, presidente del gruppo dei Socialisti europei al Parlamento europeo.

Il voto dei quasi dieci milioni di greci chiamati è destinato a avere forti riflessi su tutta l'Unione euroea. Tsipras, l'uomo che nel 2004 ha unito la frammentata sinistra greca in un partito, ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell'austerità debba finire.
Uno stop ai sacrifici che però contiene anche e soprattutto il rigetto degli accordi stretti tra il suo predecessore, il conservatore Samaras, e i creditori internazionali. E che per questo genera preoccupazione tra i fautori europei del rigore, favorevoli a una continuazione dell'attuale fase politica. Una vittoria della sinistra, dicono, potrebbe mandare la Grecia al fallimento e farla uscire dall'Eurozona. Un'ipotesi però smentita seccamente dallo stesso Tsipras, che pensa che si possa arrivare a un accordo ragionevole.
Tsipras, 40 anni, ingegnere civile ed ex esponente del partito comunista Kke, diventato noto in Grecia quando si è candidato senza successo come sindaco di Atene nel 2006. Inizialmente seguito soprattutto dall'elettorato giovanile, è riuscito poi ad allargare i consensi ai ceti più colpiti dalla crisi.
Sulle elezioni greche c'è anche un occhio italiano particolarmente interessato: quello della "Brigata Kalimera", un nutrito gruppo di oltre 250 persone composto da varie anime della sinistra italiana, giunta ad Atene per sostenere Syriza. Ma anche per imparare ed eventualmente usare anche in Italia la 'ricetta Tsipras' per una sinistra di massa e vincente.

Chi sono i «Greci indipendenti», la destra che si è alleata a Tsipras?
Panos Kammenos
È una delle sorprese alle elezioni: l’accordo con Syriza sembra innaturale, ma i due movimenti, distanti ideologicamente, sono uniti dal «no» all’austerità
Fino a poco tempo fa, fuori dalla Grecia, in pochi avevano dimestichezza con il partito Aneksartitoi Ellines (Greci indipendenti), un gruppo della destra nazionalista che potremmo definire figlio della grande crisi che ha travolto il Paese. Oggi tutti vogliono sapere chi è e da dove nasce questa giovanissima forza politica che ha già fatto l’accordo di governo con Alexis Tsipras. Creando insomma un’alleanza bizzarra, anzi innaturale, e mettendo accanto nel nuovo abbraccio due forze politiche distanti ma unite soltanto da un imperativo: no al “memorandum”, cioè al patto con la troika, composta da Fondo Monetario, Banca centrale europea e Ue. Patto che significa in sostanza tagli, sacrifici e austerità.
Contro Alba Dorata - Prima della crisi il futuro fondatore di «Greci Indipendenti», Panos Kammenos, era un esponente della destra conservatrice di Nuova democrazia, il partito di governo che ha anche un’importante componente liberale. Alle misure draconiane, Kammenos ha detto subito no, lasciando intendere che, in questa battaglia, avrebbe cercato alleati senza guardare alle etichette. «Greci indipendenti» calamita nazionalisti, imprenditori, uomini d’affari cui l’Ue e i suoi vincoli vanno stretti, e chiede controlli sull’immigrazione. Certo «Greci indipendenti» non ha alcun rapporto con gli estremisti neonazisti di «Alba dorata», che rappresentano il terzo partito del Paese. Alcuni leader di «Alba dorata» si trovano in carcere e Kammenos, assieme ad altri deputati, non votò la revoca dell’immunità parlamentare. A parte storie personali di ambizioni e di potere, si può dire che l’innaturale coalizione di governo ha una spiegazione e un retroscena. La spiegazione è il superamento (quantomeno l’annebbiamento) delle vecchie barriere ideologiche.
Il retroscena - Il retroscena è che Kammenos, che non ama di certo il leader di Nuova democrazia e premier uscente Antonis Samaras, si è rifiutato di votare e far votare il candidato-presidente della Repubblica Stavros Dimas. Lo ha fatto, dicono i maligni, perchè era già d’accordo segretamente con Tsipras per una coalizione dopo il voto. E’ accaduto proprio così. C’è chi, come lo scrittore di sinistra Petros Markaris, si è allontanato da Syriza prima del voto, proprio a causa di queste contiguità con la destra nazionalista. L’ha dichiarato, prima delle elezioni all’inviato del Corriere Andrea Nicastro. E’ la prova che non saranno pochi i mal di pancia nel mondo della sinistra radicale greca.                                                                Di Antonio Ferrari.



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